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Francesco e Rosario Abbate
Intitutiones Juris Canonici in tres partes, ac in sex tomos distributae quibus vetus et nova Ecclesiae disciplina et mutationum caussae enarrantur..In hac nova Panormitana Editione accesst Jus Siculum Ecclesiasticum.. Tomus IV
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Francesco e Rosario Abbate
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Legatura: artigianale. Copertina in cartonato marezzato, segni d'uso ai margini. Dorso in pelle, titolo e nervi in oro su tassello nero. Taglio fortemente ingiallito con accenni di brunitura. Pagine in pergamena. Frontespizio con gore, fregi in b.n. nella parte inferiore. Testo perfettamente leggibile, gore frequenti e ombratura diffusa.
- Autore/i: Domenico Cavallari
- Editore: Francesco e Rosario Abbate
- Anno: 1788
- Rilegatura: rilegato
- Condizioni: Buono (Good)
- Lingua: italian
- Note: Formato 20 x 12 Esemplare rarissimo di questa magnifica opera in cui si possono notare le particolarità del diritto ecclesiastico del Regno di Napoli. Domenico Cavallari (Garopoli, 7 ottobre 1724 – Napoli, 7 ottobre 1781) è stato un giurista, accademico e presbitero italiano del Regno di Napoli. Originario di un borgo della Calabria Ulteriore, vi rimase fino al 1740 anno in cui si trasferì a Napoli come allievo di Giambattista Vico e poi di Antonio Genovesi. Durante il periodo dello studio fu influenzato da entrambi gli studiosi e dai circoli letterari con cui venne in contatto.[1][2] Nel 1746 prese i voti sacerdotali e nel 1765 vinse per concorso la seconda cattedra di istituzioni canoniche a Napoli.[2][3] Nel 1764 pubblicò la prima parte della sua opere principale, Institutiones iuris canonici (istituzioni di diritto Canonico); a causa della censura controriformista le altre due parti vennero pubblicate con notevole ritardo ma tutto il trattato venne ristampato, postumo, almeno in 17 edizioni (Napoli, Pavia, Palermo, Pozna?).[1][2] Tra il 1768 e il 1772 entro nella polemica dell'abolizione della cattedra delle decretali insieme a Benedetto Cervone, Gennaro Giordano, Giuseppe Simioli, Carmine Firmiani, Pasquale Napodano e Pasquale Franzè.[1] Morì a Napoli nel 1781 lasciando inedite alcune sue opere, pubblicate postume dal nipote Antonino. Tutte le sue opere vennero messe all'indice il 27 gennaio 1817[3]
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